Il secolo XIX
02-07-2008
A LIVELLO NAZIONALE SONO 750 I GIOVANI ENTRATI IN GRADUATORIA DOPO IL CONCORSO
Dogane, assunzioni congelate
Ricadute pesanti sull'agenzia di Genova: organico sotto del 30%
Niente rinforzi, a breve, per le dogane di Genova con il rischio concreto che il boom dei traffici porti a nuovi rallentamenti nelle verifiche. La doccia fredda arriva con il decreto legge 112, il decreto Tremonti, che congela le assunzioni nelle pubbliche amministrazioni. Tra queste, quelle che riguardano l'agenzia delle dogane e che sarebbero scattate questo mese. E invece niente: tutto bloccato almeno sino al 31 ottobre, in attesa che siano rifatte le piante organiche. A livello nazionale sono state bloccate 750 assunzioni, che vuole dire 750 giovani laureati con le valigie già pronte che, dopo essere entrati in graduatoria con i concorsi pubblici, si apprestavano a iniziare il loro nuovo lavoro. Particolarmente pesante, a livello operativo, le ricadute sul porto di Genova e in generale sulla Liguria. Secondo gli ultimi dati ufficiali degli uffici del ministero, le dogane di Genova erano sotto del 30% rispetto al personale necessario a svolgere tutta la mole di lavoro. Ad oggi gli impiegati in Liguria sono 670, 330 a Genova. Il deficit di personale aveva portato a ritardi nelle verifiche che avevano mandato su tutte le furie gli spedizionieri, che lamentavano attese di anche 30 giorni. Anche perché, negli ultimi mesi, si era aggiunta lo stato di agitazione dei lavoratori per il contratto. Poi, negli ultimi giorni, era arrivata la svolta. In un incontro a Roma tra Autorità portuale di Genova, spedizionieri e agenzia delle dogane, il direttore centrale Giuseppe Peleggi aveva assicurato a breve 49 rinforzi per la Liguria, di cui circa 40 sarebbero stati destinati al porto di Genova per accelerare le verifiche. Sembrava il punto di svolta, ma niente da fare. Ora torna tutto in alto mare. "Non possiamo che confermare le nostre preoccupazioni. Alle dogane di Genova serve personale - dichiarano da Spediporto, l'associazione genovese degli spedizionieri - sia che questi arrivino tramite uove assunzioni o, se non è possibile, con trasferimenti da altrove". La preoccupazione serpeggia anche alle agenzie delle dogane, ma il direttore per la Liguria, Andrea Zucchini, manda un segnale rasserenante agli operatori: "Abbiamo ben chiaro il problema delle verifiche: già oggi abbiamo risolto i problemi che avevano portato ai ritardi nell'ultimo mese. Ora, insieme ai sindacati, stiamo studiando la formazione di una task- force che, con strumenti flessibili, assicuri l'accelerazione delle procedure di verifica nei momenti di picco dei traffici". Il fatto è che i controlli sono calibrati anche a seconda della provenienza e tipologia dei traffici. Genova, accogliendo molta merce dal Far East in container considerata "a rischio", deve verificare circa il 10% di tutta la merce sbarcata. Se aumentano i traffici, quindi, aumentano le verifiche e, a rigor di logica, dovrebbe anche aumentare il personale preposto. Ma, sinora, non è stato così. Ma la questione dogane non è l'unico caso in cui i tagli del governo vanno a danneggiare fortemente i porti: il maxi emendamento presentato dal governo nell'ambito dell'iter di conversione del decreto legge "taglia Ici", riduce dell'80% per gli anni 2008 e 2009 e di oltre il 50% per il 2010 le dotazioni del fondo che la legge finanziaria 2007 destinava alle manutenzioni dei porti. Secondo il presidente di Assoporti Francesco Nerli "ridurre le risorse per le attività e gli interventi di manutenzione pone un'ipoteca sulle condizioni di sicurezza ed efficienza di molti dei principali scali marittimi del Paese."
Samuele Cafasso
1 commento:
La questione ha assunto un rilievo Nazionale. Forza Comitato, forza Francesco, siamo tutti al vostro fianco!
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