Discussione delle mozioni nn. 93 e 101 sugli esiti di un concorso indetto dall'Agenzia delle
entrate (ore 18,49)
Ritiro delle mozioni 1-00093 e 1-00101. Approvazione dell'ordine del giorno G1
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni 1-00093, dei senatori Tofani ed altri, e 1-00101, dei senatori Bonadonna ed altri, sugli esiti di un concorso indetto dall'Agenziadelle entrate.
Ha facoltà di parlare il senatore Tofani per illustrare la mozione n. 93.
TOFANI (AN). Signor Presidente, prima di illustrare questa mozione credo sia il caso di fare una brevissima storia del tema in essa affrontato, perché ci dà il quadro per comprendere anche come taluni fenomeni si sviluppano in agenzie completamente controllate dal Ministero del tesoro, ma che di fatto pongono la politica e il Ministero stesso al margine.
Stiamo parlando qui di un concorso del mese di novembre 2005, bandito dall'Agenzia delle entrate, per l'assunzione di 1.500 funzionari.
Presidenza del vice presidente ANGIUS (ore 18,50)
(Segue TOFANI). Le prime assunzioni sono avvenute il 22 giugno 2006, data dalla quale è poi entrata in vigore la relativa graduatoria di merito.
È importante evidenziare quanto la finanziaria abbia detto in riferimento al mantenimento in vita delle graduatorie di merito, tant'è vero che ha prorogato il termine di scadenza di queste graduatorie fino al 31 dicembre 2008. L'articolo 1 della citata legge finanziaria, al comma 530, dispone che una parte delle nuove assunzioni di personale dell'amministrazione economico-finanziaria sia destinata alle agenzie fiscali, al fine di potenziare l'azione di contrasto all'evasione e all'elusione tributaria, richiamando all'uopo il secondo periodo del comma 2 dell'articolo 2 del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 dicembre 2005, n. 248, che prevede espressamente «la possibilità di utilizzare graduatorie formate a seguito di procedure selettive già espletate».
È accaduto che nel 2004 la stessa Agenzia delle entrate, avendo bandito un concorso per l'assunzione di 800 unità lavorative, abbia attinto alla relativa graduatoria nel corso dei successivi diciotto mesi della sua validità, cosa che invece non ha ritenuto opportuno fare per il concorso al quale facevo riferimento all'inizio, cioè quello del novembre 2005, per il quale, in modo opposto si è avviata a bandire un nuovo concorso.
L'antefatto della mozione da noi presentata è costituito da una serie di atti ispettivi proposti da numerosissimi colleghi senatori di varia estrazione, dal presidente Benvenuto ai colleghi Bonadonna, Russo Spena, Barbolini, Pegorer, Eufemi, Costa, Curto ed altri, che di fatto denunciavano tale comportamento dell'Agenzia delle entrate. Il giorno 4 aprile 2007, presso la 6a Commissione permanente, finanze e tesoro, il Governo ha risposto alle numerose interrogazioni presentate sul tema.
Purtroppo, la risposta del Governo è stata effettivamente sorprendente perché non ha dato alcuna soddisfazione agli interrogativi sul tema in discussione (tant'è vero che nessuno degli interroganti, sia di maggioranza che di opposizione, ad iniziare dal Presidente della stessa Commissione, si è ritenuto soddisfatto), ma l'aspetto più grave è che il sottosegretario Lettieri non ha espresso un parere del Governo sul tema esposto, che richiamava tra l'altro atti e provvedimenti, ad iniziare dalla finanziaria 2007, limitandosi a leggere un appunto che la stessa Agenzia delle entrate ha fornito al Governo, addirittura ipotizzando che è molto meno costoso indire un nuovo concorso che non attingere ad una graduatoria comunque già attiva (perché i tempi la rendevano attiva), nonostante la stessa volontà politica del Governo avesse, come già detto, previsto nella finanziaria un ampliamento del periodo di sopravvivenza di queste stesse graduatorie.
A questa risposta c'è stato un seguito ed ecco che siamo alla mozione oggi all'ordine del giorno, firmata non solo dal sottoscritto con i colleghi del Gruppo, ma anche da altri colleghi senatori di altri Gruppi, direi in modo trasversale.
A mio parere costituisce un fatto grave per l'autorevolezza del Governo la circostanza che lo scorso 4 aprile il sottosegretario Lettieri non riusciva a darci notizia che due giorni dopo l'Agenzia delle entrate avrebbe bandito, come ha fatto, un nuovo concorso; di fatto si è creato un vulnus vero e proprio. Noi abbiamo evidenziato e sottolineato (mi permetto di dire «noi» perché mi sono buoni testimoni i colleghi che hanno partecipato a quella seduta) quanto fosse incomprensibile l'atteggiamento del Governo e quanto incomprensibili apparissero le risposte che lo stesso Sottosegretario ci forniva, o perlomeno tentava di fornirci, sul tema.
Ribadiamo oggi con forza e con determinazione la volontà di far sì che vengano assunti comunque, attraverso uno strumento che nel corso di questa seduta proporremo (sul quale c'è intesa da parte di tutti i proponenti di quelle interrogazioni ma anche dei proponenti delle mozioni che si stanno discutendo), i provvedimenti necessari affinché quei lavoratori possano essere assorbiti ed entrare negli organici dell'Agenzia delle entrate o comunque di altri enti che operano nello stesso settore, per dare una risposta concreta alle aspettative di queste persone, che attendono un lavoro, ma soprattutto una risposta concreta a quanto si è voluto prevedere nella stessa finanziaria 2007.
Non mi soffermo ulteriormente su questo tema perché è facilmente riassumibile in ciò che ho detto e perché spero che si possa approvare questa mozione e, quindi, caricare di ulteriori riflessioni critiche il dibattito non ritengo sia funzionale all'obiettivo, che poi è quello al quale tutti puntiamo, cioè appunto di approvare la mozione. Mi auguro che il Governo ci dia effettivamente una risposta che sia sufficiente e tale da poter garantire le nostre richieste, contenute nelle interrogazioni dell'aprile 2007, durante il dibattito delle mozioni che oggi ci chiamano qui in Aula a discutere e alla fine a votare. (Applausi dal Gruppo AN).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il senatore Bonadonna per illustrare la mozione n. 101.
BONADONNA (RC-SE). Signor Presidente, sarò molto breve perché gli argomenti sono sostanzialmente coincidenti con quelli illustrati dal collega Tofani per la mozione presentata da lui e da altri senatori sullo stesso tema. Peraltro, come è facile verificare, entrambe le mozioni raccolgono firme della maggioranza e dell'opposizione, tant'è che in queste ore si è produttivamente lavorato per giungere ad una formulazione che, raccogliendo le riflessioni contenute nelle due mozioni, possa portare all'approvazione unanime da parte del Senato di un ordine del giorno impegnativo per il Governo.
Da questo punto di vista ciò che ci dirà il Governo può essere un elemento importante, perché finora abbiamo avuto da parte sua atteggiamenti contraddittori. Ci sono state risposte alle interrogazioni cui faceva riferimento il senatore Tofani, ed erano insoddisfacenti; c'è stata un'ulteriore interrogazione mia e della collega De Petris al Governo, riferita al fatto che il Governo ci diceva che stava procedendo ad un nuovo concorso all'Agenzia delle entrate e che vi erano difficoltà per formulare una norma che consentisse di chiamare un buon numero di tali idonei per l'Agenzia delle dogane: segnalavamo e chiedevamo pertanto se risultasse vero che, bypassando in qualche modo le norme che prevedono il concorso pubblico per le Agenzie di cui trattassi, si fossero determinate delle assunzioni.
In effetti emerse, anche se in maniera molto reticente, che Equitalia - che, essendo una società per azioni, ancorché controllata, non ha l'obbligo dell'assunzione attraverso il concorso - aveva proceduto a soddisfare alcune esigenze di organico attraverso la chiamata diretta, realizzata con una selezione operata da aziende specializzate, attraverso i cosiddetti cacciatori di teste. Dopodiché, ovviamente, abbiamo in qualche modo verificato che questo tipo di assunzione finiva per essere oggettivamente in contraddizione con la disponibilità di personale selezionato e qualificato che era nella graduatoria degli idonei.
Peraltro, mentre si stava discutendo il decreto sull'IVA, noi eravamo giunti ad un'ipotesi di emendamento concordato con il Governo che prevedeva la possibilità di assumere una quota consistente dei lavoratori idonei della graduatoria del concorso dell'Agenzia delle entrate utilizzando la norma della legge finanziaria per l'anno 2007. Emersero poi problemi di disponibilità finanziaria e l'emendamento, ancorché concordato a livello di Sottosegretari, non fu presentato.
Oggi noi chiediamo che, anche in vista della manovra finanziaria, ci sia un impegno serio che consenta di mettere a disposizione di un'operazione necessaria, quale quella del completamento degli organici dell'Agenzia delle entrate, dell'Agenzia del demanio, dell'Ispettorato del lavoro, dell'INAIL e anche di altre amministrazioni, la possibilità di selezionare e chiamare da questa graduatoria degli idonei, fatta salva ovviamente la congruenza delle specifiche qualità professionali.
Non mi dilungo ulteriormente nell'indicare e specificare gli elementi della mozione. Mi pare sia importante a questo punto sapere qual è la posizione del Governo in modo da poter ragionare sul documento conclusivo, sugli atti che il Senato dovrà deliberare. (Applausi dal Gruppo RC-SE).
PRESIDENTE. Non essendovi iscritti a parlare nella discussione, ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo. Il Governo è stato chiamato in causa sia dal senatore Tofani che dal senatore Bonadonna e adesso interverrà nella persona del sottosegretario Di Santo.
DI SANTO, sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Intervengo in sostituzione dei colleghi del Ministero dell'economia e delle finanze, che non possono essere presenti a causa di inderogabiliimpegni connessi alla legge finanziaria.
Sulla base delle indicazioni che dal Ministero giungono, si risponde quindi congiuntamente alle mozioni dei senatori Tofani ed altri e dei senatori Bonadonna ed altri in quanto involgono una problematica di analogo contenuto concernente le graduatorie del concorso pubblico indetto dall'Agenzia delle entrate per l'assunzione con contratto di formazione e lavoro di 1.500 funzionari per la terza area funzionale - fascia retributiva F1 - per attività amministrativo-tributaria.
Con la mozione dei senatori Tofani ed altri si evidenzia in particolare che l'articolo 1, comma 536, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007), ha prorogato il termine di scadenza delle graduatorie del concorso in argomento al 31 dicembre 2008. L'articolo 1, comma 530, della citata legge finanziaria, nel disporre la destinazione alle Agenzie fiscali di una parte del nuovo personale da assumere nell'ambito dell'amministrazione economico-finanziaria destinato a potenziare l'azione di contrasto dell'evasione e dell'elusione fiscale, richiama il secondo periodo del comma 2 dell'articolo 2 del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito con modificazioni dalla legge 20 dicembre 2005, n. 248, che prevede espressamente la possibilità di utilizzare graduatorie formate a seguito di procedure selettive già espletate. La mozione evidenzia altresì che l'Agenzia delle entrate nel 2004 bandì un concorso per l'assunzione di 800 unità lavorative e che nel corso dei 18 mesi di validità della graduatoria ha effettuato nuove assunzioni attingendo personale dalla stessa graduatoria.
L'articolo 1, comma 544, della legge finanziaria citata ha disposto l'ammissione in servizio di 300 idonei del concorso per ispettori del lavoro.
Con la mozione dei senatori Bonadonna ed altri viene segnalato che l'Agenzia delle entrate ha indetto una nuova procedura selettiva per l'assunzione di 500 funzionari con contratto di formazione e lavoro, nonostante sussistesse la possibilità di fare fronte all'avvertita esigenza di ulteriori risorse umane mediante utilizzazione delle graduatorie del concorso precedente, indetto in data 25 ottobre 2005, per l'assunzione di 1.500 funzionari, prorogate al 31 dicembre 2008 dall'articolo 1, comma 536, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007).
Le signorie loro onorevoli chiedono in particolare l'impegno del Governo ad adottare provvedimenti finalizzati all'assunzione degli idonei in precedenti selezioni sia per l'Agenzia delle entrate sia per le altre amministrazioni pubbliche, tra le quali le Agenzie fiscali, ai sensi dell'articolo 9 della legge 16 gennaio 2003, n. 3.
Al riguardo, in via preliminare, si osserva che la problematica relativa allo scorrimento delle graduatorie del concorso pubblico citato negli atti in esame, indetto dall'Agenzia delle entrate per
l'assunzione, con contratto di formazione e lavoro, di 1.500 funzionari per la terza area
professionale, fascia retributiva F1, per attività amministrativo-tributaria, è stata ampiamente
trattata nel corso dello svolgimento di documenti di sindacato ispettivo sia presso la VI
Commissione della Camera dei deputati, nel corso della seduta del 4 aprile 2007 (interrogazioni a
risposta congiunta 5-00914, 5-00916 e 5-00918), sia presso la 6a Commissione del Senato della
Repubblica, nella seduta del 4 aprile 2007 (interrogazioni a risposta congiunta 3-00432, 3-00510, 3-
00542, 3-00544, 3-00545 3-00547, 3-00548 e 3-00550), presso l'Aula della Camera dei deputati,
nella seduta del 18 aprile 2007 (interrogazione con risposta immediata 3-00821), e, da ultimo,
presso la 6a Commissione del Senato della Repubblica, nella seduta del 18 luglio 2007
(interrogazione a risposta orale 3-00806).
L'Agenzia delle entrate ha fornito le seguenti osservazioni di competenza, aggiornate alla luce dei
risultati della prova scritta del nuovo concorso per l'assunzione di 500 funzionari per attività
amministrativo-tributaria. Il decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito dalla legge 2
dicembre 2005, n. 248, ha previsto per l'Agenzia delle entrate un apposito stanziamento per
assumere, mediante concorsi, 1.500 funzionari nel 2006 ed altri 500 nel 2007; tali assunzioni sono
finalizzate al potenziamento dell'attività di controllo.
La prima tranche di 1.500 funzionari è stata reclutata a giugno del 2006 al termine di un concorso
che prevedeva, per i vincitori, la stipula di un contratto di formazione e lavoro di due anni. Una
volta concluso tale periodo, i vincitori del concorso saranno assunti a tempo indeterminato, se la
valutazione del servizio prestato sarà positiva. Un certo numero di candidati risultati idonei in quel
concorso hanno chiesto all'Agenzia di non bandire un nuovo concorso per la copertura di altri 500
posti, ma di procedere allo scorrimento della graduatoria del precedente concorso. A sostegno di
tale richiesta, gli interessati hanno addotto ragioni di tipo giuridico e di tipo economicoorganizzativo.
Dal punto di vista giuridico, essi hanno richiamato l'articolo 1, comma 530, della legge 27 dicembre
2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), il quale prevede che la dotazione di personale delle Agenzie
fiscali possa essere potenziata secondo le modalità indicate dall'articolo 2, comma 2, secondo
periodo, del citato decreto-legge n. 203 del 2005. Al riguardo gli interessati hanno segnalato che,
con l'indizione di un nuovo concorso, vi sarebbe una disparità di trattamento rispetto alla situazione
dei candidati idonei al concorso per ispettori del lavoro, per i quali il comma 544 della stessa legge
finanziaria ha disposto l'immissione in servizio.
Sul versante economico-organizzativo, la tesi sostenuta è che lo scorrimento delle graduatorie
eviterebbe i costi di una nuova procedura concorsuale, consentendo di coprire subito i posti da
assegnare.
Per le ragioni di seguito esposte, l'Agenzia delle entrate non ha ritenuto di poter accogliere la
richiesta di scorrimento delle graduatorie e ha bandito il 6 aprile scorso un nuovo concorso per le
assunzioni di personale da effettuare nel 2007. La prova scritta si è svolta il 13 luglio.
In merito alle motivazioni relative alla scelta di bandire un nuovo concorso l'Agenzia delle entrate
ha osservato quanto segue.
Sotto il profilo normativo, il concorso per i nuovi 500 funzionari è stato bandito dall'Agenzia delle
entrate in applicazione dell'articolo 2, comma 2, terzo periodo, del citato decreto-legge n. 203 del
2005. Tale disposizione fa riferimento alla possibilità per l'Agenzia di assumere a tempo
indeterminato, in deroga al blocco delle assunzioni, personale precedentemente reclutato anche
mediante procedure selettive flessibili ai sensi dell'articolo 36 del decreto legislativo 30 marzo
2001, n. 165. È proprio in virtù di tale norma che i contratti di formazione e lavoro stipulati nel
2004 e nel 2005 dall'Agenzia sono stati trasformati lo scorso anno in contratti di lavoro a tempo
indeterminato.
Occorre in generale ricordare come l'assunzione degli idonei rappresenti una determinazione
discrezionale correlata alla posizione di mera aspettativa allo scorrimento della graduatoria
ricorrente in capo al soggetto risultato idoneo in graduatoria.
Conformemente alla giurisprudenza costante del giudice amministrativo (da ultimo Consiglio di
Stato, sezione IV, sentenza 12 settembre 2006, n. 5320, e Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 10
gennaio 2007, n. 53), infatti, la regola ordinaria per l'accesso al pubblico impiego è quella di
risultare vincitori in un concorso, mentre lo scorrimento delle graduatorie concorsuali costituisce
una facoltà eccezionale, espressione di ampio potere discrezionale.
Nel caso di specie vi sono precise ragioni di opportunità, di equità, di convenienza costi-benefìci e
di potenziamento organizzativo che indicano come la decisione di bandire un nuovo concorso
configuri un esercizio corretto del potere discrezionale rimesso all'amministrazione.
Occorre precisare che comunque già in una precedente occasione l'Agenzia ha utilizzato le
graduatorie degli idonei. Infatti, nel concorso a 744 funzionari (con contratto di formazione e
lavoro) bandito alla fine del marzo 2004, i vincitori sono stati assunti a novembre dello stesso anno
e subito dopo, a dicembre, sono stati assunti 321 idonei.
Anche nel concorso a 950 funzionari svoltosi l'anno precedente la selezione effettuata aveva
consentito di coprire solo poco più della metà dei posti a concorso (430 posti sono rimasti scoperti).
Sono quindi stati chiamati a copertura dei posti residui 321 idonei, tra i quali gli ultimi 40 sono stati
destinati al Dipartimento per le politiche fiscali (che aveva formulato una richiesta in tal senso). La
loro immissione si è resa necessaria per coprire almeno una parte del fabbisogno programmato che
il precedente concorso a 950 funzionari non aveva potuto soddisfare. Né era ipotizzabile in quel
momento (dopo i tagli apportati alla dotazione finanziaria dell'Agenzia) bandire un nuovo concorso,
che è stato invece possibile avviare solo un anno dopo (a ottobre del 2005), grazie all'apposito
finanziamento previsto al riguardo dal decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, già citato.
L'Agenzia delle entrate ha precisato, altresì, che esistono ragioni di opportunità (migliore
selezione), considerato che con l'indizione di un nuovo concorso si è potuto attingere a una platea
assai più ampia di potenziali candidati.
Nel nuovo concorso che l'Agenzia ha bandito, oltre alle prescritte forme di pubblicità legale, sono
state per la prima volta adottate in modo sistematico procedure di comunicazione diretta dell'avvio
della procedura concorsuale ai neolaureati delle Regioni interessate con un curriculum
particolarmente qualificato, in modo da incentivarne quanto più possibile la partecipazione.
L'Agenzia delle entrate ha evidenziato, infine, che il giudice ordinario, adito da alcuni idonei per
ottenere lo scorrimento delle precedenti graduatorie, ha di recente dichiarato il proprio difetto di
giurisdizione, demandando la competenza in materia al giudice amministrativo, che - come sopra
riferito - per costante orientamento giurisprudenziale ritiene che le pubbliche amministrazioni,
qualora intendano procedere all'assunzione di personale, non sono obbligate a procedere allo
scorrimento di una graduatoria concorsuale ancora efficace, ma - nell'esercizio del proprio potere
discrezionale - possono decidere di bandire un nuovo concorso.
Con la mozione 1-00101, presentata dal senatore Bonadonna e da altri senatori, viene evidenziata
inoltre la possibilità che le altre pubbliche amministrazioni attingano alle graduatorie degli idonei di
concorsi già espletati dall'Agenzia delle entrate, ai sensi dell'articolo 9 della legge 16 gennaio 2003,
n. 3, si osserva quanto segue.
Riguardo la possibilità di ricorrere all'applicazione della disposizione normativa, di cui alla citata
legge n. 3 del 2003, l'Agenzia del territorio ha rilevato che, per le proprie esigenze di personale, ha
già proficuamente attinto alle selezioni effettuate dall'Agenzia delle entrate, a seguito di apposita
convenzione stipulata con quest'ultima, sottoscrivendo alcuni contratti di formazione e lavoro per
personale appartenente a specifiche professionalità.
L'Agenzia del territorio ha altresì precisato che, tenuto conto del prevalente profilo tecnico e delle
carenze localizzate negli uffici del Nord Italia, ove dovessero manifestarsi esigenze di personale
nell'area giuridico-amministrativa, l'Agenzia non mancherà di avvalersi delle graduatorie in
argomento, la cui validità è stata prorogata fino al 31 dicembre 2008, in virtù del citato articolo 1,
comma 536, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007).
In proposito, l'Agenzia delle dogane ha osservato di aver espresso il proprio parere favorevole in
merito all'emendamento 2.0.117, proposto all'Atto Senato n. 1485, recante «Norme fiscali per
l'ammortamento degli immobili ed in materia di rimborsi IVA per le automobili».
EUFEMI (UDC). L'Agenzia delle dogane non è interlocutore del Parlamento: è il Governo che è
interlocutore del Parlamento!
PRESIDENTE. E il Governo infatti sta rispondendo.
EUFEMI (UDC). Ha detto addirittura che l'Agenzia delle dogane ha espresso parere favorevole su
un emendamento.
PRESIDENTE. Senatore Eufemi, in sede di dichiarazione di voto potrà esprimere la sua opinione.
Questo è il parere del Governo, glielo lasci illustrare pienamente.
EUFEMI (UDC). C'è un'imprecisione di linguaggio.
PRESIDENTE. Prego, signor Sottosegretario, prosegua.
DI SANTO, sottosegretario di Stato per gli affari esteri. L'Agenzia delle dogane ha precisato, in
particolare, che il predetto emendamento è finalizzato ad autorizzare l'Agenzia medesima,
nell'ambito dei programmi di assunzione previsti dall'articolo 1, comma 530, della legge 27
dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007), nonché dall'articolo 1, comma 14, del
decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 286, a stipulare contratti di formazione e lavoro con soggetti
risultati idonei, con un punteggio minimo particolarmente qualificato, da determinare ai sensi di
quanto previsto nel secondo periodo del citato comma 530, nelle graduatorie formate a seguito di
procedure bandite dall'Agenzia delle dogane e dall'Agenzia delle entrate, ai sensi di quanto disposto
dall'articolo 36 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
Relativamente alla problematica in esame, l'Agenzia del demanio ha evidenziato che,
successivamente alla trasformazione dell'Agenzia medesima in ente pubblico economico ad opera
del decreto legislativo 3 luglio 2003, n. 173, non trovano più applicazione le norme proprie del
rapporto di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, di cui al decreto legislativo 30
marzo 2001, n. 165.
In particolare, l'Agenzia del demanio ha osservato che, a decorrere dal 1° ottobre 2004, data di
entrata in vigore del contratto collettivo nazionale di lavoro per il personale non dirigente
dell'Agenzia del demanio-ente pubblico economico, la stessa provvede ad effettuare tutte le
assunzioni di personale nel rispetto delle norme di diritto privato.
In conclusione, si deve rilevare come le scelte dell'amministrazione non siano affatto estranee ad
una piena considerazione degli interessi legittimi vantati dagli idonei nell'ambito di procedure
concorsuali già espletate, interessi da valutare e coordinare con le scelte discrezionali
dell'amministrazione stessa.
L'avvenuto avvio ed espletamento parziale della procedura concorsuale indetta dall'Agenzia delle
entrate non esclude l'opportunità di una valutazione circa eventuali e concrete soluzioni, anche
normative, in ordine al futuro inserimento dei soggetti risultati idonei con punteggi particolarmente
qualificati nell'ambito di procedure concorsuali già concluse.
PRESIDENTE. Dal suo lungo intervento, da cui si evince in sostanza che le Agenzie delle entrate
possono fare tante cose, compreso ciò che vogliono, non risulta il suo parere con riferimento alle
mozioni in esame.
DI SANTO, sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il parere delGoverno, soprattutto nell'ottica
di pervenire ad un dispositivo unitario, è favorevole.
PRESIDENTE. Per entrambe le mozioni?
TOFANI (AN). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TOFANI (AN). Non perché io abbia capacità divinatorie, ma per quanto mi risulta da un colloquio
che ho avuto con i colleghi credo che il Governo sarebbe disponibile ad accogliere un ordine del
giorno presentato insieme ai firmatari dell'altra mozione, in modo che sia data una risposta concreta
alle aspettative di questi lavoratori. Pertanto, se tale ordine del giorno sarà accolto dal Governo,
assorbirà i dispositivi di entrambe le mozioni.
BONADONNA (RC-SE). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BONADONNA (RC-SE). Signor Presidente, si è convenuto con i colleghi di ritirare le mozioni
presentate e di proporre contestualmente un ordine del giorno, il cui testo è già stato consegnato alla
Presidenza, sul quale mi auguro che il Governo voglia esprimere un parere favorevole.
L'ordine del giorno si pone la finalità di impegnare il Governo ad assumere ogni iniziativa utile
volta ad inserire - anche nel disegno di legge finanziaria per il 2008 - disposizioni, supportate da
adeguate risorse finanziarie, finalizzate a prevedere l'assunzione dei vincitori e degli idonei dei
concorsi pubblici già espletati, con riferimento alle graduatorie tuttora in vigore, in attuazione di
quanto stabilito con la legge finanziaria per il 2007 procedendo allo scorrimento delle graduatorie
valide fino al 31 dicembre 2008, per dotare le agenzie fiscali degli organici necessari a potenziarne
le attività antielusive e antievasive e a provvedere affinché altre amministrazioni pubbliche del
comparto finanziario, per professionalità compatibili con quelle relative ai concorsi in oggetto,
attingano alle graduatorie degli idonei nei concorsi già espletati, ai sensi dell'articolo 9 della legge
16 gennaio 2003, n. 3.
L'auspicio e la fiducia è che il Governo si esprima in senso favorevole al riguardo.
DI SANTO, sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, a fronte del ritiro delle
due mozioni e della presentazione dell'ordine del giorno da parte dei sottoscrittori delle mozioni
medesime,
il Governo esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno G1.
DI SIENA (SDSE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DI SIENA (SDSE). Signor Presidente, mi limiterò semplicemente ad annunciare il voto favorevole
di Sinistra Democratica al dispositivo che è stato concordato e all'ordine del giorno accolto dal
Governo, che abbiamo firmato.
Ci sembra infatti che possa essere un avvio di soluzione ad una situazione che si era creata in
rapporto alle legittime aspettative di giovani lavoratori che, da parte dell'amministrazione, vedevano
un trattamento difforme da quello praticato per lo scorrimento di graduatorie degli idonei da parte di
altri comparti dell'amministrazione pubblica. Se metteremo fine a tale paradossale situazione, credo
che in parte contribuiremo a restituire un rapporto di fiducia tra cittadini, amministrazione ed
istituzioni, che per tanti aspetti, e soprattutto per l'eccesso di discrezionalità, a volte viene
fortemente compromesso.
Ribadisco pertanto, sulla base di tali ragioni, il voto favorevole del nostro Gruppo all'ordine del
giorno.
EUFEMI (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EUFEMI (UDC). Signor Presidente, vorrei aggiungere solo poche considerazioni rispetto a quanto
sostenuto soprattutto dai senatori Bonadonna e Tofani. La loro esposizione mi esime infatti da
ulteriori considerazioni.
Sono sorpreso dalla presenza del Sottosegretario agli affari esteri, perché un Governo con 103
rappresentanti, che ha un Ministro, due Vice ministri e cinque Sottosegretari a conoscenza della
materia, non è oggi presente, mentre ciò sarebbe stato necessario da parte di chi aveva grande
conoscenza del problema e aveva seguito tale vicenda oggi al nostro esame.
Questo si aggiunge, signor Presidente, ad un altro fatto altrettanto grave: oggi lo stesso Governo
non è venuto in Commissione a rispondere alle interrogazioni.
Il Sottosegretario ha quindi dovuto assolvere ad un compito certamente ingrato ed ha portato un
"compitino" elaborato dal Ministero dell'economia con degli strafalcioni di carattere giuridico che
non abbiamo potuto non evidenziare. Non si può affermare in Parlamento che le Agenzie fiscali o
delle dogane hanno dato parere su un emendamento. Il rapporto è tra Parlamento e Governo.
Tale questione ci fa riflettere anche sull'equivoco rispetto al ruolo delle Agenzie, che rivendicano
un'autonomia che non possono avere, perché esiste una responsabilità politica del Ministro
dell'economia, alla quale non si può sottrarre delegando o dando autonomia ad Agenzie fiscali.
Queste ultime non possono disporre di un'autonomia tale da sottrarsi alla volontà parlamentare.
Questo è infatti il punto che abbiamo di fronte.
La questione che stiamo ponendo in maniera bipartisan, ossia una scelta del Parlamento rispetto
alla vicenda dei soggetti idonei, è stata portata avanti, anche come affermato dal Sottosegretario,
attraverso una serie di giustificazioni che non hanno fondamento, perché l'atto di indirizzo viene
fatto dal Parlamento, e il Governo è tenuto a rispettarlo. Lo abbiamo affermato e ripetuto in tutte le
salse.
Le giustificazioni che sono state portate avanti ci trovano assolutamente dissenzienti. Abbiamo
votato una legge finanziaria e non è stata rispettata la norma in essa contenuta, applicata soltanto
per il Ministero del lavoro. L'Agenzia delle entrate si è sottratta alla necessità di affrontare il
problema della lotta all'evasione e dell'elusione fiscale attraverso la maggiore dotazione di risorse
umane e soprattutto anche tecnologiche.
Ciò è indispensabile se vogliamo affrontare la lotta all'evasione in maniera seria. Possiamo infatti
vedere che la Regione Lombardia è quella più scoperta rispetto alla dotazione umana, alle risorse
umane necessarie. Tale questione va affrontata in maniera corretta, attraverso lo scorrimento delle
graduatorie e non con un nuovo concorso che pone una serie di problemi come quelli che abbiamo
riscontrato, con ricorsi ai tribunali amministrativi. Noi portiamo tutte le vicende del Paese
all'interno dei tribunali. Dobbiamo rivendicare il ruolo della politica e delle scelte di carattere
parlamentare, se vogliamo recuperare e non vogliamo scivolare verso questa deriva, che i grilli
parlanti portano avanti in maniera certamente poco confacente ad uno Stato democratico.
Per quanto riguarda la vicenda su cui abbiamo richiamato l'attenzione, la Regione Lombardia, che è
la più produttiva del Paese, quella che ha maggiori entrate fiscali e necessità di personale, non ha
questo personale perché si è voluto fare un altro concorso. Lei non conosce la vicenda,
Sottosegretario; noi abbiamo già sollevato il problema delle dogane: c'è un'insufficienza di
personale nelle aree di maggiore criticità, quali Genova, Napoli, laddove invece abbiamo visto che
il personale è stato dirottato in posti dove non è necessario, come per esempio all'Aquila, a Potenza
o a Matera per ragioni clientelari. Questa è la situazione del Paese. Allora, come possiamo
affrontare il discorso del contrasto alle importazioni clandestine dalla Cina se non si rafforza la
presenza del personale a Napoli, che è il maggiore porto per quanto riguarda quelle importazioni,
considerata altresì una particolare situazione, nella quale si inseriscono elementi della criminalità
organizzata?
Con questo ordine del giorno bipartisan noi oggi vogliamo compiere un atto di giustizia verso
questi giovani, che aspettano troppo tempo e con troppi problemi per iniziare un lavoro che spetta
loro di diritto. Gli idonei tuttavia non si stanno perdendo d'animo e si stanno organizzando, facendo
il possibile per ottenere maggiore giustizia.
A mio avviso, nell'ordine del giorno che stiamo per approvare sarebbe stato necessario un atto di
censura verso il direttore dell'Agenzia delle entrate, perché dovrebbe valutare attentamente le
conseguenze anche rispetto al danno erariale che si viene a determinare per la pubblica
amministrazione attraverso l'indizione di un nuovo concorso, rispetto alla possibilità di contenere i
costi attraverso l'assunzione degli idonei, attingendo appunto alle graduatorie preesistenti.
Come Gruppo UDC riteniamo che questa decisione parlamentare che stiamo per assumere possa
portare ad un atto di resipiscenza da parte del responsabile dell'Agenzia, che non può mettersi in
contrasto contro la volontà del Parlamento. Riteniamo altresì che sia necessario adeguare le risorse
finanziarie, come ho sottolineato al senatore Bonadonna, con un ulteriore ampliamento degli
stanziamenti, e che occorra salvaguardare il diritto all'assunzione degli idonei, in particolare per
coloro che si trovano in prossimità del 32° anno, perché un ulteriore differimento delle assunzioni
pregiudicherebbe definitivamente, ingiustamente e irreparabilmente la loro posizione.
Crediamo che la volontà del Senato possa prevalere rispetto all'incapacità del vice ministro Visco e
degli altri Sottosegretari di tenere conto della volontà parlamentare. Il Gruppo UDC condivide
pertanto l'ordine del giorno a prima firma dei senatori Bonadonna e Tofani, alla cui stesura abbiamo
contribuito, rispetto ad un problema che abbiamo evidenziato per primi fin dal 27 marzo con atti di
sindacato ispettivo. Il problema riguarda i costi e una seria lotta all'evasione; tutto ciò però richiede
di mettere l'amministrazione finanziaria in grado di affrontare concretamente il fenomeno. Infatti
solo una lotta all'evasione portata avanti in modo serio e attraverso adeguate strutture
dell'amministrazione finanziaria può determinare le condizioni per una riduzione del carico fiscale
verso i contribuenti onesti, vessati da molte scelte anche recenti.
Per tali ragioni, il Gruppo UDC voterà convintamente l'ordine del giorno presentato.
BONADONNA (RC-SE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BONADONNA (RC-SE). Signor Presidente, intendo dichiarare il voto favorevole del Gruppo di
Rifondazione Comunista sull'ordine del giorno in esame, aggiungendo una considerazione.
Davvero il parere favorevole del Governo su questo ordine del giorno rappresenta un elemento
importante ed impegnativo e mi sembra che sotto questo profilo offra due segnali che voglio
cogliere positivamente. Innanzitutto, il Governo in qualche modo, dialogando positivamente con il
Parlamento, in questo caso con il Senato, riassume pienamente la propria funzione e rispetto alle
Agenzie, agli organi tecnici, per quanto importanti, impegnativi e sofisticati, si colloca nella
posizione giusta propria dell'organo che governa il Paese, che risponde del suo operato agli elettori
e che non oppone ragionamenti di ordine tecnico e tecnicistico non soltanto alle aspettative
legittime di giovani che hanno partecipato ad un concorso ma anche ad una domanda più complessa
e più complessiva della pubblica amministrazione la quale, peraltro, deve rispondere efficacemente
ad un input che lo stesso Governo e la stessa maggioranza pone, quello di recuperare l'evasione
fiscale. Da questo punto di vista non accetterei in nessun modo un confronto tra l'Aula ed il
presidente o il direttore dell'Agenzia delle entrate o di altre Agenzie perché l'interlocutore che
ritengo importante ed impegnativo è il Ministero, il Ministro e, quindi, il Governo.
Ritengo poi tutto sommato legittimo che nel fornire le risposte - e non è la prima volta - il Governo
faccia riferimento anche a valutazioni dei propri organi tecnici o delle proprie Agenzie, ma non può
essere quel riferimento l'elemento discriminante per il pronunciamento della volontà e, soprattutto,
dell'agire del Governo medesimo. Per questo motivo penso che nell'acquisire stasera il parere
favorevole del Governo sull'ordine del giorno che abbiamo presentato finalmente si sia fatto un
passo in avanti, anche per ristabilire il primato della politica - mi esprimo in questi termini - rispetto
ad una deriva tecnica, tecnologica, tecnocratica che troppo spesso, anziché aiutare chi governa,
finisce con il determinare impacci e, soprattutto, condizioni di conflittualità con quote e parti della
società e, in questo caso, con molti giovani che in una sfida selettiva volta all'ottenimento di un
lavoro nella pubblica amministrazione si sono cimentati con estrema disponibilità.
Queste sono le motivazioni che ci portano ad esprimere un voto favorevole, ma mi inducono anche
ad affermare che, dal momento che i tempi non sono lunghi e tra poco, a partire dai primi giorni di
ottobre, cominceremo a discutere dei documenti di bilancio, avremo modo di compiere tutti assieme
in tempi molto rapidi la verifica di questo impegno. (Applausi del senatore Albonetti).
VENTUCCI (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VENTUCCI (FI). Signor Presidente, nell'ascoltare le dichiarazioni del Governo ci si convince
sempre di più di come la società italiana, oltre che complessa, è anche complicata e ad una scarsa
capacità di governo complessiva fa riscontro una inusuale adattabilità del corpo sociale che riesce
ad esprimere una certa vitalità, anche laddove - horribilis dictu - rende virtuosa l'evasione fiscale
che, comunque, ha favorito la crescita delle piccole imprese, evidente riscontro di una buona parte
di responsabilità della struttura burocratica nei confronti dell'evasione fiscale, virtuosa o meno che
sia.
Ed oggi dalle reiterate dichiarazioni di chi ci governa si vuole mettere freno al fenomeno facendo
leva su di una amministrazione fiscale che faccia conto dell'elevata professionalità dei propri
componenti i quali possono disporre, fra l'altro, di una massiccia utilizzazione degli strumenti
informatici.
Auguriamo che ciò possa avere successo; ma conosciamo le origini del problema di metodo sulla
«mitologia» della separazione fra ruolo politico e responsabilità amministrativa sorta agli albori
della unificazione del nostro Paese e diffidiamo di chi oggi pensa che tale separazione possa essere
stata attuata con la creazione delle Agenzie ed in particolare con quella delle entrate, al punto di
aver creato una perfetta autonomia di quest'ultima dal potere politico.
Ricordiamo che nel periodo liberale della nostra storia politica l'osmosi fra politica e burocrazia
divenne naturale come logica conseguenza della circolarità degli incarichi fra funzioni di Governo e
funzioni amministrative e il fenomeno produsse una gracilità nelle classi dirigenti al punto che
proprio i giuristi liberali acclararono la separazione fra attività amministrativa e direzione politica
dell'amministrazione. Separazione che ha superato la sottomissione del periodo del ventennio e ha
continuato a fungere da modello anche nel periodo repubblicano che con la vigente Costituzione ha
ribaltato il principio della legge n. 100 del 1926, restituendo al Parlamento, con la riserva contenuta
nell'articolo 97 della Costituzione, una competenza della quale era stato escluso.
Non vogliamo fare la storia della nostra pubblica amministrazione, ma intendiamo riaffermare il
nostro ossequio alla Costituzione sul principio della primazia del Parlamento.
Dopo aver ascoltato in audizione presso la 6a Commissione finanze e tesoro il Direttore generale
delle entrate, pur apprezzando nel merito la funzione svolta contro l'evasione fiscale in continuo con
quella esercitata dal passato Governo, non possiamo essere d'accordo circa la sua autonomia sullo
svolgimento di un concorso per l'assunzione di 500 nuovi impiegati, quando il Parlamento
attraverso atti di sindacato ispettivo ha espresso una unanime volontà di utilizzare per quella
esigenza, gli idonei del precedente concorso del 2005.
I ruoli debbono essere distinti fra attività amministrativa e direzione politica dell'amministrazione
così come è sancito dalla Costituzione. Consentire altro significa tradire l'insegnamento della storia
e i principi costituzionali.
Mi consenta, infine, signor Presidente, rifacendomi anche a quanto detto da altri colleghi, di
cogliere l'occasione per rammentare al Ministro delle finanze che l'Agenzia delle dogane è sotto
organico di quasi tremila impiegati e quello doganale è un comparto di estrema delicatezza che
comprende non solo la competitività mercantile, ma anche la sicurezza nella sua accezione più
generale per il nostro Paese.
Sarebbe opportuno, se ci sono ancora idonei disponibili di quel concorso, poterli utilizzare oltre che
per le entrate, anche per le dogane e non certo come soggetti residuali.
Pertanto, il Gruppo di Forza Italia, avendo ascoltato il dibattito in Aula e avendo anche sottoscritto
la mozione a prima firma dei senatori Bonadonna ed Eufemi, esprime un voto favorevole alla stessa
mozione.
BARBOLINI (Ulivo). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BARBOLINI (Ulivo). Signor Presidente, quando il 5 luglio scorso si tenne a Genova la giornata che
sottolineava il percorso di trasformazione e crescita qualitativa dell'Agenzia delle entrate nell'arco
del decennio 1997-2007, tra i materiali che furono distribuiti nell'occasione ce n'era uno che
riportava in premessa una citazione da Georges Bernanos: «La speranza è un rischio da correre». Ne
è evidente e anche appropriato il significato con riferimento all'indubbia positiva evoluzione
conosciuta dagli strumenti del sistema fiscale nel nostro Paese in questo decennio e particolarmente
per quanto riguarda l'Agenzia delle entrate: un percorso che torna a merito di chi vi si è cimentato,
su cui all'inizio forse non tutti avrebbero scommesso e che oggi ci consente di poterci giovare dei
risultati raggiunti. Ma voglio interpretare quella citazione, ovviamente forzandone il senso, anche
come riferibile alla questione di cui oggi è chiamata ad occuparsi l'Aula del Senato.
Dico questo perché, pur dando atto e riconoscendo una sfera di autonomia con conseguente
assunzione delle relative e piene responsabilità alle scelte della direzione dell'Agenzia delle entrate,
non mi convincono le argomentazioni di merito che hanno portato la stessa Agenzia a privilegiare
l'opzione di indire un nuovo concorso per 500 assunzioni, che saranno disponibili una volta
espletate le procedure in corso di esecuzione alla fine del 2007 anziché fare ricorso, in tutto o in
parte, alle possibilità di scorrimento della graduatoria relativa al progetto di selezione Iride,
graduatoria che la finanziaria ha determinato di mantenere vigente fino alla scadenza del 31
dicembre 2008.
Voglio chiarire che non sono insensibile alle argomentazioni che mettono in evidenza la necessità di
avere cura di non discriminare i laureati nel frattempo affacciatisi sul mercato del lavoro rispetto
alla data di svolgimento di quel precedente concorso. Né considero fuori luogo la preoccupazione di
trovare le migliori condizioni, atte a garantire il rafforzamento degli organici in modo duraturo,
nelle sedi del Nord Italia, dove maggiori sono i volumi di attività, gettito e necessità di
accertamento. Ma queste esigenze non sarebbero state contraddette da un ricorso allo scorrimento
della graduatoria cui ci si riferisce. Se non erro, infatti - cito ancora fonti dell'Agenzia delle entrate -
solo in una prospettiva di mero mantenimento della capacità operativa attuale vi è la necessità per
l'Agenzia, oltre che la previsione, di rimpiazzare le oltre 3.100 unità in uscita nel prossimo triennio
con almeno altre 1.600 assunzioni, oltre le 500 già deliberate per questo 2007. E tutti noi sappiamo,
e come Gruppo dell'Ulivo condividiamo, che occorre operare un investimento ulteriore in termini di
risorse umane qualificate se vogliamo rafforzare l'attività di contrasto all'evasione fiscale.
Anzi, è proprio a questo riguardo che mi sembra debole la giustificazione che si sarebbe agito da
parte dell'Agenzia in forza di ragioni di opportunità, di equità e di convenienza costi-benefici perché
mi pare, invece, si sia rinunciato ad impiegare risorse che sarebbero state immediatamente operative
ed utilizzabili già nel corso del 2007 e che si sarebbe potuto costruire una migliore pianificazione
dei tempi e della tempistica per acquisire anche ulteriori competenze e figure professionali con un
processo, quindi, che avrebbe dovuto graduare e valorizzare l'insieme delle assunzioni e delle
risorse umane, senza mortificare - lo dico chiaramente - aspettative di giovani che giustamente non
sanno spiegarsi il perché di atteggiamenti contraddittori dello stesso Governo che per alcune sfere di
attività ha fatto la scelta di utilizzare le graduatorie di idonei esistenti e per altri ambiti, come in
questo caso, ha deciso finora di avvalersi di nuove procedure, lasciando inascoltate quelle
aspettative e quelle richieste.
Ma torno, per concludere, signor Presidente, al punto da cui sono partito: la speranza è quella di
aprire con la discussione di questa sera una prospettiva di soluzione e la scelta è quella di correre il
rischio - permettetemi di dire così - di poter verificare di qui a qualche tempo di aver potuto avere,
sulla base di questa prospettiva, anche l'esito efficace di un risultato concreto.
Lo sottolineo: come Gruppo dell'Ulivo vogliamo sperare che la discussione di oggi ed il voto
all'ordine del giorno che ci accingiamo a dare contribuiscano a costruire quella prospettiva positiva
per trovare una soluzione. Del resto, il Governo nel percorso di costruzione del disegno di legge n.
1485 e nel lavoro d'interlocuzione con la nostra Commissione, aveva lavorato con noi, nella persona
del sottosegretario Grandi, cui va dato atto di quell'impegno, ad una norma di sblocco della
situazione, prevedendo anche la possibilità che altre amministrazioni e Agenzie (penso ai problemi
delle dogane che sono stati richiamati e del territorio o altri settori nella sfera della pubblica
amministrazione finanziaria) potessero attingere a quelle graduatorie. Non se ne fece niente anche
per problemi di copertura finanziaria, oltre che per l'esito di quel provvedimento. Ma l'intenzione
c'era e positiva, e oggi l'ho ritrovata.
Ho fatto un po' fatica nel percorso di lunga ricostruzione, ma nella parte conclusiva dell'intervento
del rappresentante del Governo ho ritrovato quella determinazione e quella disponibilità sulla base,
quindi, di un'apertura circa un impegno nella direzione che avevamo auspicato e prefigurato. Poiché
siamo nell'imminenza della presentazione della finanziaria e la lotta all'evasione fiscale è una
priorità del Governo, oltre che un'emergenza nazionale e tutto il sistema delle Agenzie è carente di
personale qualificato per compensare il turn over e allinearsi alla complessità degli adempimenti
richiesti dalla situazione sempre più pressante, ci sono tutte le condizioni per andare nella direzione
concreta che abbiamo cercato di determinare, partecipando e contribuendo a questa discussione.
Voteremo come Gruppo dell'Ulivo a favore dell'ordine del giorno, con la speranza - ma, voglio dirlo
al rappresentante del Governo, anche con la tenacia - che si determini una prospettiva risolutiva del
problema. (Applausi dal Gruppo Ulivo).
FERRARA (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.
PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.
FERRARA (FI). Signor Presidente, intervengo per dichiarare il dissenso dal mio Gruppo e per
annunciare un voto di astensione in quanto ritengo che l'approvazione di tale ordine del giorno
costituisca una soluzione molto più sfumata rispetto a quella della mozione presentata dal senatore
Tofani e da altri senatori. Si finisce così per accettare, come è stato detto in questa Aula, il principio
secondo il quale l'Agenzia delle entrate può fare ciò che vuole. La verità è che l'Agenzia delle
entrate non dovrebbe fare ciò che cerca di fare e che il Governo non dovrebbe consentirle di fare
quel che vuole.
Lei, signor Presidente, è un esperto di diritto del lavoro: il ragionamento del Sottosegretario
secondo il quale l'Agenzia delle entrate è un ente di diritto pubblico, che pertanto, essendo ente
autonomo rispetto all'amministrazione dello Stato, non deve sottostare alle disposizioni di legge e
quindi alla legge finanziaria, è difficile da accettare; costituendosi infatti presso il TAR ha
comunque la possibilità di continuare come ente di diritto pubblico ad essere difeso dall'Avvocatura
dello Stato. L'Avvocatura in quel momento avrebbe dovuto porre in essere un'incidentale
costituzionale e, nell'attesa, l'Agenzia delle entrate, se non di spontanea volontà con atti di indirizzo
predisposti dal Ministero, avrebbe dovuto ottemperare a quanto disposto dalla legge finanziaria.
Non facendo ciò viene meno, non solo per insipienza ma secondo me con comportamenti che
rasentano la procedibilità ex codice penale, una precisa individuazione dei compiti dell'Agenzia
delle entrate, i cui dipendenti, in quanto ente economico di diritto pubblico, continuano ad essere
pubblici. La riprova del fatto che si tratta di dipendenti pubblici è data dall'eccezione ex articolo 97
della Costituzione argomentata dal Governo, per cui non si può che assumere tale caratteristica nel
rispetto dell'articolo 97 e non diversamente. Questa è la conferma che l'Agenzia delle entrate non ha
operato bene.
Con l'approvazione dell'ordine del giorno presentato, che propone di riaffermare un principio già
contenuto nella finanziaria precedente, si vuole trovare una soluzione mediana, su cui tutti i colleghi
sono d'accordo tranne me. Anche perché in Commissione bilancio continuiamo a ricevere pareri
della Ragioneria dello Stato, che non accettiamo (così come non accetta il presidente Morando, che
ne chiede una riforma da parte del Governo) in cui si dice: «L'Agenzia delle entrate afferma...».
Ora, non siamo disposti a continuare ad accettare tale situazione e mi si permetta di stigmatizzare
con un voto di astensione il comportamento del Governo, che, rispetto a quanto argomentato in
Commissione, ha espresso un parere assolutamente diverso. In questo modo viene difeso un operato
che invece dovrebbe essere stigmatizzato e riformato con atti di indirizzo specifico e precisi nei
confronti dell'Agenzia delle entrate.
L'Agenzia delle entrate non può fare ciò che vuole; il Governo dovrebbe limitare tale
comportamento e il Parlamento ha il dovere di affermarlo in questa Aula.
PRESIDENTE. Metto ai voti l'ordine del giorno G1, presentato dal senatore Bonadonna e da altri
senatori.
E' approvato.
trovare le migliori condizioni, atte a garantire il rafforzamento degli organici in modo duraturo,
nelle sedi del Nord Italia, dove maggiori sono i volumi di attività, gettito e necessità di
accertamento. Ma queste esigenze non sarebbero state contraddette da un ricorso allo scorrimento
della graduatoria cui ci si riferisce. Se non erro, infatti - cito ancora fonti dell'Agenzia delle entrate -
solo in una prospettiva di mero mantenimento della capacità operativa attuale vi è la necessità per
l'Agenzia, oltre che la previsione, di rimpiazzare le oltre 3.100 unità in uscita nel prossimo triennio
con almeno altre 1.600 assunzioni, oltre le 500 già deliberate per questo 2007. E tutti noi sappiamo,
e come Gruppo dell'Ulivo condividiamo, che occorre operare un investimento ulteriore in termini di
risorse umane qualificate se vogliamo rafforzare l'attività di contrasto all'evasione fiscale.
Anzi, è proprio a questo riguardo che mi sembra debole la giustificazione che si sarebbe agito da
parte dell'Agenzia in forza di ragioni di opportunità, di equità e di convenienza costi-benefici perché
mi pare, invece, si sia rinunciato ad impiegare risorse che sarebbero state immediatamente operative
ed utilizzabili già nel corso del 2007 e che si sarebbe potuto costruire una migliore pianificazione
dei tempi e della tempistica per acquisire anche ulteriori competenze e figure professionali con un
processo, quindi, che avrebbe dovuto graduare e valorizzare l'insieme delle assunzioni e delle
risorse umane, senza mortificare - lo dico chiaramente - aspettative di giovani che giustamente non
sanno spiegarsi il perché di atteggiamenti contraddittori dello stesso Governo che per alcune sfere di
attività ha fatto la scelta di utilizzare le graduatorie di idonei esistenti e per altri ambiti, come in
questo caso, ha deciso finora di avvalersi di nuove procedure, lasciando inascoltate quelle
aspettative e quelle richieste.
Ma torno, per concludere, signor Presidente, al punto da cui sono partito: la speranza è quella di
aprire con la discussione di questa sera una prospettiva di soluzione e la scelta è quella di correre il
rischio - permettetemi di dire così - di poter verificare di qui a qualche tempo di aver potuto avere,
sulla base di questa prospettiva, anche l'esito efficace di un risultato concreto.
Lo sottolineo: come Gruppo dell'Ulivo vogliamo sperare che la discussione di oggi ed il voto
all'ordine del giorno che ci accingiamo a dare contribuiscano a costruire quella prospettiva positiva
per trovare una soluzione. Del resto, il Governo nel percorso di costruzione del disegno di legge n.
1485 e nel lavoro d'interlocuzione con la nostra Commissione, aveva lavorato con noi, nella persona
del sottosegretario Grandi, cui va dato atto di quell'impegno, ad una norma di sblocco della
situazione, prevedendo anche la possibilità che altre amministrazioni e Agenzie (penso ai problemi
delle dogane che sono stati richiamati e del territorio o altri settori nella sfera della pubblica
amministrazione finanziaria) potessero attingere a quelle graduatorie. Non se ne fece niente anche
per problemi di copertura finanziaria, oltre che per l'esito di quel provvedimento. Ma l'intenzione
c'era e positiva, e oggi l'ho ritrovata.
Ho fatto un po' fatica nel percorso di lunga ricostruzione, ma nella parte conclusiva dell'intervento
del rappresentante del Governo ho ritrovato quella determinazione e quella disponibilità sulla base,
quindi, di un'apertura circa un impegno nella direzione che avevamo auspicato e prefigurato. Poiché
siamo nell'imminenza della presentazione della finanziaria e la lotta all'evasione fiscale è una
priorità del Governo, oltre che un'emergenza nazionale e tutto il sistema delle Agenzie è carente di
personale qualificato per compensare il turn over e allinearsi alla complessità degli adempimenti
richiesti dalla situazione sempre più pressante, ci sono tutte le condizioni per andare nella direzione
concreta che abbiamo cercato di determinare, partecipando e contribuendo a questa discussione.
Voteremo come Gruppo dell'Ulivo a favore dell'ordine del giorno, con la speranza - ma, voglio dirlo
al rappresentante del Governo, anche con la tenacia - che si determini una prospettiva risolutiva del
problema. (Applausi dal Gruppo Ulivo).
FERRARA (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.
PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.
FERRARA (FI). Signor Presidente, intervengo per dichiarare il dissenso dal mio Gruppo e per
annunciare un voto di astensione in quanto ritengo che l'approvazione di tale ordine del giorno
costituisca una soluzione molto più sfumata rispetto a quella della mozione presentata dal senatore
Tofani e da altri senatori. Si finisce così per accettare, come è stato detto in questa Aula, il principio
secondo il quale l'Agenzia delle entrate può fare ciò che vuole. La verità è che l'Agenzia delle
entrate non dovrebbe fare ciò che cerca di fare e che il Governo non dovrebbe consentirle di fare
quel che vuole.
Lei, signor Presidente, è un esperto di diritto del lavoro: il ragionamento del Sottosegretario
secondo il quale l'Agenzia delle entrate è un ente di diritto pubblico, che pertanto, essendo ente
autonomo rispetto all'amministrazione dello Stato, non deve sottostare alle disposizioni di legge e
quindi alla legge finanziaria, è difficile da accettare; costituendosi infatti presso il TAR ha
comunque la possibilità di continuare come ente di diritto pubblico ad essere difeso dall'Avvocatura
dello Stato. L'Avvocatura in quel momento avrebbe dovuto porre in essere un'incidentale
costituzionale e, nell'attesa, l'Agenzia delle entrate, se non di spontanea volontà con atti di indirizzo
predisposti dal Ministero, avrebbe dovuto ottemperare a quanto disposto dalla legge finanziaria.
Non facendo ciò viene meno, non solo per insipienza ma secondo me con comportamenti che
rasentano la procedibilità ex codice penale, una precisa individuazione dei compiti dell'Agenzia
delle entrate, i cui dipendenti, in quanto ente economico di diritto pubblico, continuano ad essere
pubblici. La riprova del fatto che si tratta di dipendenti pubblici è data dall'eccezione ex articolo 97
della Costituzione argomentata dal Governo, per cui non si può che assumere tale caratteristica nel
rispetto dell'articolo 97 e non diversamente. Questa è la conferma che l'Agenzia delle entrate non ha
operato bene.
Con l'approvazione dell'ordine del giorno presentato, che propone di riaffermare un principio già
contenuto nella finanziaria precedente, si vuole trovare una soluzione mediana, su cui tutti i colleghi
sono d'accordo tranne me. Anche perché in Commissione bilancio continuiamo a ricevere pareri
della Ragioneria dello Stato, che non accettiamo (così come non accetta il presidente Morando, che
ne chiede una riforma da parte del Governo) in cui si dice: «L'Agenzia delle entrate afferma...».
Ora, non siamo disposti a continuare ad accettare tale situazione e mi si permetta di stigmatizzare
con un voto di astensione il comportamento del Governo, che, rispetto a quanto argomentato in
Commissione, ha espresso un parere assolutamente diverso. In questo modo viene difeso un operato
che invece dovrebbe essere stigmatizzato e riformato con atti di indirizzo specifico e precisi nei
confronti dell'Agenzia delle entrate.
L'Agenzia delle entrate non può fare ciò che vuole; il Governo dovrebbe limitare tale
comportamento e il Parlamento ha il dovere di affermarlo in questa Aula.
PRESIDENTE. Metto ai voti l'ordine del giorno G1, presentato dal senatore Bonadonna e da altri
senatori.
E' approvato.
1 commento:
Caro Comitato, Caro Presidente,
vista la recente approvazione della importante mozione riguardante la nostra vicenda,
non perdere, non perdete ORA l’occasione di farci, di farvi sentire nei confronti dei vostri interlocutori politici e sindacali in difesa di TUTTI I CIRCA 2000 IDONEI.
Che non si prendano posizioni solo a difesa di quegli idonei più vicini ad un eventuale scorrimento. Basti pensare che per il 2008 (secondo il piano aziendale 2008/2010 illustrato dal Direttore Romano a Genova il 5 luglio) l’AE vuol assumere ben 1200 persone.
Se a ciò aggiungiamo le gravi carenze nelle altre Agenzie fiscali, vi renderete conto che la mozione
può essere uno strumento di assunzione per TUTTI, e il Comitato (se si esternerà a favore di TUTTI) riceverà ancor di più prestigio alla luce delle tante adesioni che si aggiungeranno.
In attesa di un vostro riscontro, in attesa di iniziative a difesa di TUTTI, vi mando cordiali saluti
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