Interruzione delle relazioni sindacali con l’Agenzia delle Entrate
Segreterie Nazionali Agenzie fiscali
Si trascrive di seguito il testo della nota inviata ai responsabili territoriali FP CGIL CISL FP UIL PA ed ai lavoratori dell’Agenzia delle Entrate.
Con un telegramma spedito nella tarda serata di ieri al Direttore dell’Agenzia delle Entrate Massimo Romano, al Direttore centrale del personale Girolamo Pastorello e per conoscenza al Vice Ministro Visco, le Segreterie nazionali FP CGIL, CISL FP e UIL PA di comparto hanno formalmente interrotto le relazioni sindacali con l’Agenzia delle Entrate.
Le motivazioni alla base della decisione, difficile, ma necessaria, sono molteplici.
L’ultimo avvenimento è relativo al persistere nella decisione dei vertici dell’Agenzia di bandire una nuova procedura concorsuale per l’assunzione di 500 CFL, senza tener conto di quanto previsto nella Legge finanziaria 2007 circa la possibilità di utilizzare le graduatorie già formatesi e tuttora vigenti, a seguito dell’ultima procedura concorsuale pubblica.
Tutto ciò nonostante le scriventi OO.SS. avessero più volte, per le vie brevi e, da ultimo, formalmente con la nota diffusa nei giorni scorsi, rilevato come tale iniziativa fosse non solo lesiva nei confronti di centinaia di giovani che nei mesi scorsi avevano superato la procedura concorsuale, ma censurabile sotto l’aspetto dell’economicità dell’azione e della stessa tempestività nell’utilizzo proficuo di nuove risorse professionali, a fronte dei compiti sempre più impegnativi che la Legge finanziaria e le norme collegate assegnano all’Agenzia nella lotta all’evasione ed all’elusione fiscale.
Tale atteggiamento, assunto nonostante numerose prese di posizione di Senatori e Deputati, sia della maggioranza che dell’opposizione, conferma l’approccio assunto negli ultimi tempi dai vertici dell’Agenzia su tutti gli aspetti più propriamente contrattuali e negoziali.
Registriamo infatti una serie di comportamenti ed atti che vengono assunti in modo unilaterale su delicati aspetti dell’organizzazione del lavoro e degli Uffici e sulle conseguenti ricadute per il personale adottati senza alcuna informazione preventiva e coinvolgimento delle OO.SS.
Si va dalla riorganizzazione degli Uffici centrali e regionali, alla distorta applicazione di istituti contrattuali quali la “ricognizione delle attività lavorative”, avviate senza alcun confronto preventivo, fino alla decisione di attivare nuove forme di delocalizzazione del lavoro, come ad esempio avvenuto nei giorni scorsi per l’Ufficio di Foggia, senza alcuna informazione alle OO.SS.
E potremmo aggiungere la discutibile gestione della procedura per l’accesso a C1, l’esiguo numero di posti chiesto alla Funzione Pubblica per dare riconoscimento al personale ex B2 scavalcato per effetto dell’applicazione del principio della prevalenza, il mancato pressing sul Dipartimento per la concessione dell’autorizzazione, che ha spinto molti colleghi a presentare ricorsi che potevano essere evitati.
Per non parlare poi di tutte le iniziative assunte sulla regolamentazione delle attività connesse all’uso delle procedure informatiche e dei dati sensibili che ci sono state comunicate solo dopo la loro emanazione e su cui, a differenza di quanto concordato a suo tempo, nessun confronto preventivo è stato attivato, nonostante gli indubbi riflessi di tali disposizioni sul lavoro di migliaia di colleghi.
Un atteggiamento questo che registriamo non solo a livello centrale ma anche a livello regionale e locale.
Nei giorni scorsi sono state interrotte le trattative nelle Marche ed a Trento ed in molti Uffici forti sono le tensioni e le segnalazioni di un clima difficile sulle relazioni e sul rispetto delle prerogative contrattuali.
Il tutto in una situazione più generale che vede l’Agenzia giocare un ruolo del tutto difensivo e residuale su rilevanti aspetti istituzionali e contrattuali che sono alla base del progetto riformatore delle Agenzie fiscali.
Non ci sono state ancora presentate le linee del Piano aziendale 2007, a differenza di quanto avvenuto al Territorio ed alle Dogane, nessuna iniziativa ci risulta sia stata presa per modificare le modalità di calcolo e di erogazione della quota incentivante, nessuna iniziativa è stata assunta nei confronti del Vertice Politico per definire nei tempi necessari l’erogazione delle risorse del comma 165, ancora impantanate in un Decreto al visto della Corte dei Conti e su cui non è neanche iniziato il confronto per la reale individuazione delle somme spettanti al personale dell’Agenzia.
Mentre nello stesso tempo si realizzano programmi operativi “provvisori” sempre più sfidanti, si chiamano i lavoratori a nuovi compiti più complessi ed articolati, si modificano procedure e modalità di consuntivazione delle attività.
Tale situazione non è in alcun modo più tollerabile.
L’interruzione delle relazioni sindacali non solo dà il senso della nostra ferma volontà di non avallare una situazione di oggettivo disconoscimento del ruolo, delle prerogative e dell’importanza del sindacato confederale nelle relazioni aziendali, ma è anche il primo atto di una più generale iniziativa di mobilitazione del personale.
Se nelle prossime ore non dovessero giungere segnali concreti e tangibili di inversione di rotta sostanziale sui comportamenti e sulle decisioni assunte, proclameremo lo stato di agitazione ed individueremo tutte le iniziative di lotta per contrastare tali posizioni, e per risolvere le diverse questioni poste che riteniamo atto dovuto verso il nostro personale che in questi anni, a prescindere dai gruppi dirigenti che più o meno si sono avvicendati, è stato l’unica vera risorsa capace di garantire efficienza e qualità dell’Agenzia delle Entrate.
Roma, 4 aprile 2007
FP CGIL Cielo CISL FP Silveri UIL PA Cefalo
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