sabato 21 aprile 2007

Lettera del DIRSTAT

Comitato idonei Agenzia delle Entrate09 aprile 2007


Roma, 4 aprile 2007

Al Ministro dell’ Economia e delle Finanze Prof. Tommaso Padoa Schioppa Via venti settembre 97 00187 Roma

Al Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione Prof. Luigi NicolaisPalazzo Vidoni, corso Vittorio Emanuele II 116 00187 Roma

Al Vice Ministro On. Vincenzo ViscoP.zza Mastai 1100153 Roma

Questa O.S. è stata interessata di una questione molto delicata relativa a nuove assunzioni di personale nell’amministrazione economica finanziaria, una parte delle quali da destinare alle Agenzie Fiscali, mediante l’utilizzazione di apposite graduatorie formatesi a seguito di procedure concorsuali già espletatesi, come risulta dal combinato disposto dell’art. 1 comma 530 della legge finanziaria 2007 e l’art. 2 del decreto legge 30 settembre 2005 n. 203, convertito in legge 20 dicembre 2005 n. 248.

Eppure, nonostante il disposto legislativo, risulterebbe che l’Agenzia intenderebbe bandire nuove procedure concorsuali, invece di procedere allo scorrimento della graduatoria.
Nel sottolineare che tale operazione si pone palesemente in contrasto con le elementari regole di efficienza e buon andamento della pubblica amministrazione, in quanto l’attivazione di una nuova procedura concorsuale comporta un aggravio di costi e un ritardo nel reclutamento di nuovo personale, si evidenzia che il comportamento di questa Amministrazione è in contraddizione con quanto accaduto nell’espletamento dell’ultimo concorso del 2004 (anch’esso per il reclutamento di funzionari tributari nell’Agenzia delle Entrate) in cui si diede luogo ad un massiccio scorrimento delle graduatorie anche qualche settimana prima di bandire il concorso del 2006.

In considerazione del fatto che sulla questione sono state presentate diverse interrogazioni parlamentari e che si è dato vita alla costituzione di comitati spontanei per far luce sulla vicenda, questa O. S. chiede alla S.V. di intervenire tempestivamente al fine di evitare in futuro l’insorgere di situazioni incresciose difficilmente sanabili.
Arcangelo D’Ambrosio

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